18 avril 2005 IL MANIFESTO: INTERVISTA «Senza cibo per l’amnistia»*(archivioorestescalzone.over-blog.)

Intervista a Oreste Scalzone,in sciopero della fame dall’8 aprile. Rifiutato dall’ospedale perchérischia la vita, pesa ormai 45 chili, protesta contro «i tossicomanidella pena» Pisanu, Castelli e Violante. Appello al movimento
ANNA MARIA MERLO

PARIGI
Oreste Scalzoneè in sciopero della fame dalla mattina dell’8 aprile. E’ statoricoverato all’ospedale Saint-Antoine, ma i medici l’hanno dimessoperché non intendono prendersi la responsabilità della vita di qualcunoche vuole continuare il digiuno, malgrado pesi ormai solo più 45 chili,affetto com’è da un’epatite già trasformata in fibrosi. Per i medici 42chili è il limite, due settimane il massimo che Oreste può tenere. E ledue settimane scadono il prossimo venerdì.

Perché hai deciso questo sciopero?

A me è sembrato che, con l’iniziativa di Pannella, si fosse aperta una finestra di opportunità. Pannella lo conosco da sempre, su molte questioni siamo agli antipodi. Il problema non è però Pannella o non Pannella. Ho trovato la sua iniziativa estremamente felice sul piano dello spettacolo, certo, ma anche su quello simbolico. Da un mese c’è una specie di buriana su un fatto ordinario di applicazione della prescrizione di legge a tre persone condannate a suo tempo per omicidio colposo, parlo di Primavalle. Se n’è fatto uno psicodramma nazionale. La parola stessa prescrizione è stata demonizzata, come le parole amnistia o indulto sono diventate parole criminali, mentre sono inscritte nella Costituzione, nel diritto. L’impunità è diventato uno scandalo più grande del male. Le parti civili vengono violentate, come se non si potesse elaborare un lutto se non si ha avuto giustizia. Non do giudizi di valore su gente che vive questo, ma sulla manipolazione di cui mi sembrano vittime. Non hanno fatto una legge sul risarcimento delle vittime, ma le strumentalizzano. Pisanu, Castelli, Violante spingono a diventare tossicomani della pena.

Quale riflessione ti spinge a chiedere l’amnistia?

Ho una posizione di abolizionismo rispetto al carcere. Non è un’utopia ma, come ha scritto Foucault, un’idea direttrice. C’è dell’assurdo nella società di oggi, la tossicomania penale viene utilizzata come regolatore sociale. Questa idea viene dall’alto, come si vede in Usa o in Cina, ma poi finisce per contagiare tutti, l’unica proposta è l’ipertrofia della voglia di vendetta. Un vittimismo che vuole trovare una giustizia appropriata.

A chi ti rivolgi prima di tutto Allo stato o al movimento?

Mi chiedo: come mai questo silenzio tra di noi ? Come se Pannella fosse un Re Mida al contrario. Tutti zitti. Credo che, se in seguito a questa azione si riesce a ottenere un’amnistia anche solo di un anno, a sdoganare la parola, mi va bene. Toccherebbe, tra l’altro, oltre a molti disgraziati, anche 4 mila ragazzi dei movimenti di questi anni che hanno accumulato 17 mila processi. Toglierebbe questa cappa dal movimento sociale. Aprirebbe la possibilità di uscire dal silenzio sull’amnistia politica, che un paese “normale”a vrebbe già fatto da tempo. Mentre adesso, come con Battisti, viene raschiato il fondo del barile 25 anni dopo, persone che lo stesso diritto riconosce che sono diventate un’altra persona. Per questo mi ero offerto di andare al posto di Battisti, non per fare il bello, ma come un’offerta di capro espiatorio simbolico. Mi dicono in molti: il clima è terribile. Io rispondo: proviamo a vedere cosa si può fare. Non rivendico nulla dallo stato, non attuo un ricatto. Ma una forma di rapporto dialettico con i compagni. Voglio che si apra una discussione su due punti: se passa la proposta Pannella, dopo bisognerà aprire il problema della soluzione politica per la generazione degli anni `70, quindi perché non lanciare un referendum abrogativo delle legge speciale del `92, che fissa il quorum per l’indulto e l’amnistia ai due terzi? Un’iniziativa per ripescare il progetto di indulto, votato nel `97 dalla Commissione giustizia della camera, su iniziativa di Pisapia e Cento, che riequilibrerebbe il super-sanzionamento dopo la fine dell’emergenza. Proponeva 21 anni al posto dell’ergastolo e un dimezzamento delle pene. Per il momento i soli a reagire sono stati i Cobas. Ho scritto una lettera, senza arroganza, ai personaggi pubblici che hanno contato per me, a cominciare da Ingrao, Tronti, anche Rossana Rossanda, chiedendo se vogliono dire una parola su questo tema. Ho sospeso l’invio di 48 ore, a causa dello sciopero della fame dei sans papiers all’Unesco, che dura da un mese, e per l’incendio che fatto morire venti persone in un meublé di immigrati.

“Il Manifesto”